Ok alle Linee guida per i lavori dall’1° gennaio. Spazio a materiali riciclati, e al principio DNSH
PNRRIl ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini ha firmato, il 10 ottobre scorso, il decreto che introduce le Linee guida per la sostenibilità delle infrastrutture. Obiettivo è garantire il rispetto di principi e criteri di sostenibilità lungo tutto il processo di realizzazione degli investimenti pubblici. E per le aziende si prevede un sistema premiale per chi adotta modelli innovativi, di alta qualità costruttiva e per garantire la sostenibilità economica, sociale e ambientale degli interventi. Le Linee guida si applicano alla realizzazione delle opere pubbliche, la cui attività di programmazione sia avviata dal 1° gennaio 2023.
Ambito PNRR
Il decreto è fortemente condizionato dall’impostazione dettata dal PNRR: i Provveditorati, ad esempio, orienteranno le proprie iniziative e attività nel rispetto del principio “Do no significant harm” (DNSH) introdotto dal regolamento europeo (2020/852), in relazione a tutti gli interventi, e non solo a quelli finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza o dal Piano Nazionale Complementare (Pnc), adottando le modalità che più di altre evitino danni ambientali (prevista la sospensione dei pagamenti agli appaltatori in caso di mancato rispetto del DNSH). In tal senso, compito degli uffici sarà “effettuare un’accurata analisi di contesto per identificare i vincoli urbanistici, territoriali, ambientali e socioeconomici, e determinare tutte le condizioni per una corretta progettazione, esecuzione e gestione dell’opera”. Si prevedono standard più elevati per la programmazione, la progettazione e l’esecuzione degli interventi, tenendo conto degli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, del Green Deal europeo e dei criteri del Next Generation Eu.
Le indicazioni
Entrando nello specifico, come spiega una nota del dicastero, i Provveditorati dovranno:
Materiali riciclati
Sempre nella fase di progettazione, i Provveditorati dovranno perseguire l’obiettivo di rendere a “energia quasi zero” gli edifici, secondo i principi di progettazione bioclimatica, come previsto dal regolamento europeo e dal pacchetto “Fit for 55”. Bisognerà dunque prevedere l’uso di materiali da costruzione riciclati e rinnovabili, l’approvvigionamento di materiali a basso impatto, forme di progettazione modulari e flessibili. “Di fondamentale importanza”, secondo il Ministero, è l’adozione da parte dei Provveditorati del “Protocollo di sostenibilità”, da utilizzare come strumento per la progettazione e per la valutazione ex post, che prende in considerazione una pluralità di parametri tra cui: l’efficienza energetica e idrica e la salubrità ambientale interna, l’impatto generato dalle attività di costruzione sull’ambiente naturale, i processi di economia circolare, compresi il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali, un adeguato smaltimento e l’avvio al riuso dei materiali, la connessione con le infrastrutture di mobilità collettiva e leggera.
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